Ciao, come stai? Io sto trovando un nuovo equilibrio dopo la nascita del mio primo bimbo, e quindi rieccoci con la newsletter (ogni due settimane? Chissà. Ci proviamo).
Nota: il titolo di questa newsletter è ovviamente preso da Il Signore Degli Anelli, e si riferisce ad alcune perplessità che ho sul nuovo visore di Apple. Agevolo estratto se non hai mai visto il film.
Apple presenta Vision Pro
La scorsa settimana Apple ha presentato il suo Vision Pro. Immagino tu ne abbia già sentito parlare, ma ti lascio il video ufficiale, just in case - ha già raccolto 41 milioni di visualizzazioni in pochi giorni.
Per chi non ne avesse sentito parlare: si tratta del nuovo visore di Apple che permette esperienze di mixed reality, mescolando mondo reale e realtà aumentata; Apple lo chiama spatial computing.
Prima cosa che ho pensato quando l’ho visto: figo. E subito dopo: mamma mia.
Per natura e per lavoro cerco sempre di essere ottimista quando si parla di innovazione, e questo indubbiamente potrebbe essere un punto di svolta al pari di quello che fu l’iPhone.
Però.
Da un lato mi inquieta pensare che potremmo vivere tutti con un visore sugli occhi. Già ora non c’è aperitivo, riunione o evento in cui non abbiamo il volto incollato ai nostri smartphone, cosa succederà quando potremo switchare alla realtà virtuale senza che il vicino se ne accorga?
La scena in cui il protagonista del video di Apple ricrea un cielo finto mi ha fatto pensare ad un mondo distopico a metà tra un episodio di Black Mirror e l’hotel Venetian di Las Vegas (dove oltre al cielo era finto anche il gondoliere, che remava nel canale di una finta Venezia).
Pietro Minto, nell’ultima Link Molto Belli, parla di una tecnologia che ha smesso di sperare in un futuro migliore, e che ci immagina prigionieri di
un futuro plumbeo, fatto di filtri per ripulire l’aria, occhialoni per rimpiazzare l’ufficio, lockdown ambientali e altri spunti per romanzetti distopici.
Potrebbe non avere tutti i torti: di recente c’è chi si è chiesto se la passione di Zuckerberg per il Metaverso non fosse una semplice conseguenza della pandemia, in cui per la prima volta i CEO hanno avuto l’esigenza di controllare il personale che non andava più in ufficio.
Dall’altro lato, passato lo sgomento iniziale, mi sono chiesta: abbiamo davvero bisogno di un visore? (Ricordo un autore che tanti anni fa si fece la stessa domanda sul primo iPad, e la risposta sostanzialmente era: se avete i soldi, compratevelo, male non farà).
Come dice Vincenzo Cosenza nella sua newsletter settimanale, al visore di Apple manca l’effetto wow. Posso fare le videochiamate fighe con FaceTime, aprire le App con un movimento degli occhi, immaginare il cielo finto di cui sopra, aiutarmi nella meditazione, ma la domanda alla fine del video resta “ok, quindi? Cosa posso fare con questo visore che prima non facevo in altro modo?”.
La risposta potrebbero averla gli sviluppatori che studieranno le prime app su VisionOS: la loro sfida sarà trovare nuove applicazioni che renderanno indispensabile avere un visore per poter essere utilizzate, e rendere così questo strumento indispensabile, come accadde per l’iPhone.
Come impatterà tutto ciò sulle vendite online?
Alcuni sostengono che il visore potrebbe misurare pressione sanguigna e attività del cervello mentre navighiamo, dedurre la nostra propensione all’acquisto e consentire quindi un’esperienza super personalizzata su ogni sito eCommerce.
Ottimo nella teoria, più difficile nella pratica: dopo decenni di vendita online, nel 2023 spesso le aziende hanno ancora difficoltà a raccogliere i dati lasciati dagli utenti e analizzarli con un dettaglio tale da poter offrire esperienze di navigazione diverse per ognuno. Una parametrizzazione in base all’umore del momento potrebbe risultare ancora più complessa, anche se è uno sviluppo potenzialmente molto interessante.
C’è chi ha parlato anche della possibilità di provarsi i vestiti direttamente con il visore prima dell’acquisto, trovare il fitting virtuale perfetto e ridurre in questo modo il numero di resi. Opinione da utente finale: gli avatar che ho trovato negli anni sui vari siti non mi hanno mai convinto al 100%, perché non danno un risultato molto veritiero (sembra sempre di essere di fronte a un manichino con la tua faccia) e in più non ti permettono di provare i vestiti abbinandoli con i capi che hai già, che poi è uno dei motivi per cui ordino online invece che comprare in negozio - lo provo, lo abbino, se non mi piace lo rendo. Se il visore di Apple riuscirà a superare questi due limiti, sicuramente saranno punti a suo favore, e un grande aiuto per il mondo moda.
In conclusione
La verità è che noi utenti siamo tendenzialmente pigri e (early adopters esclusi) diffidenti verso le novità. Compreremo il visore solo quando questo ci darà un valore aggiunto che si può sintetizzare con “semplificarci la vita”.
Per quanto mi riguarda, l’innegabile vantaggio che ho trovato guardando il video di Apple è che il visore ci permette di fare le cose con le mani libere (sarà che in allattamento sono particolarmente sensibile al tema “cose che puoi fare senza mani”). Penso a quante volte tiro fuori l’iPhone durante la giornata per controllare le mappe, la posta, il meteo, dove ho parcheggiato l’auto (sì, me lo scordo sempre), ascoltare un vocale, rispondere a un messaggio, leggere newsletter, aprire i social, prendere nota delle cose di cui mi viene in mente al volo e potrei scordarmi, aggiungere eventi all’agenda. Ecco, poter fare tutto questo senza dover cercare e prendere in mano lo smartphone, per me sarebbe davvero un valore aggiunto. Spenderei 3.500$ per un visore che me lo consente? Probabilmente no, ma sono confidente che Apple abbia fissato un prezzo per early adopters, e che sarà pronta a realizzare versioni più light una volta che la tecnologia si sarà diffusa.
E qui ti lascio con l’ultima riflessione: siamo pronti per un’altra accelerata ai nostri ritmi di vita e di lavoro, grazie ad una tecnologia che ci permetterà di fare le cose nel momento stesso in cui le stiamo pensando? Una generazione sempre più toccata da temi come burnout e quiet quitting, davvero sarà disposta a lasciarli da parte e mettersi in lista d’attesa per il nuovo Vision Pro?
Aggiornamento: dopo aver già scritto questa newsletter, lunedì mi sono imbattuta in questa vignetta di Tom Fishburne, che come sempre ha l’abilità di sintetizzare i concetti in pochi tratti di penna… esattamente quello che intendevo :)
Da qualche settimana sono su MINDIT, una startup che propone un nuovo approccio all'informazione. Mi trovi tra i nuovi editor, puoi seguirmi anche lì se ti va.
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